PALAZZO DELLE DECIME - TURRA

Il 13 Gennaio del 1439 Roberto d’Angiò, re di Napoli, affidò ai Vassalli del territorio della media valle del Sinni, l’incarico di costruire una Università intesa come comunità, sotto la giurisdizione dei Certosini di San Nicola “In Valle di Chiaromonte”.

I monaci Certosini risiedevano nell’imponente Certosa di San Nicola, costruita nel 1395 nel Feudo di San’Elania, loro assegnato da Venceslao Sanseverino, conte di Tricarico e Chiaromonte. ; la Certosa era il fulcro delle attività relegiose, sociali ed economiche del territorio, e la allora nascente Francavilla crebbe velocemente attingendo dalla cultura cistercense l’orientamento per una politica concreta di progresso economico.

Gli abitanti, coloni provenienti dalle campagne e dalle zone circostanti, selezionati dai Certosini in modo che fossero funzionali alle esigenze della Certosa, avevano ricevuto in concessione gli appezzamenti di terreno su cui stabilirsi, in cambio di fedeltà e protezione nei confronti dei frati Certosini.

I Vassalli avevano stabilito un patto con il Monastero che li vincolava a seguire delle prescrizioni sia morali che materiali: dovevano essere onesti e timorati di Dio, osservare le feste comandate e le messe domenicali, dovevano essere caritatevoli e fare l’elemosina.
Ai monaci spettava la decima di ogni prodotto del raccolto e del lavoro degli abitanti (grano, vino, olio, miele, cera, gelsi, seta, bambagia, orzo, fave, lino, ceci e legumi in genere); la decima delle rendita del bestiame e la decima del legname vendute a forestieri.

Nel XV secolo, non lontano dalla Certosa, fu eretto “Il Palazzo delle Decime” denominato “Turra”, un edificio destinato alla esazione delle decime.
Per accedere all’interno delle mura del possedimento monastico nel quale si erge la “Turra” si oltrepassava un pregevole arco con portale costruito in pietra e mattoni di cotto sul quale svettava lo stemma di Francavilla ed un affresco raffigurante San Nicola Abate.

Il Palazzo delle Decime, era abitato da un monaco delegato a riscuotere i beni materiali e si estendeva su una superficie di circa 250 mq sviluppati su due piani ad andamento discontinuo, ogni piano era suddiviso in cinque vani comunicanti, il piano rialzato era illuminato da ampi finestroni rettangolari e luci archivoltate, due ampi portoni erano destinati all’entrata e all’uscita dei carri carichi di derrate.

Nel 1807 il governo francese soppresse tutti gli Ordini religiosi e le proprietà dei conventi furono incamerati dal Demanio e venduti ai privati, i monaci della Certosa di San Nicola si opposero vivamente e i Francesi bombardarono il Convento distruggendolo quasi interamente.
Il palazzo delle decime fu concesso dal governo di Gioacchino Murat all’Univesità di Francavilla; la parte superiore fu invece data alla Mensa Vescovile di Anglona, che la vendette poi a privati.Per lunghi decenni l’immobile è stato abbandonato, riportando consistenti danni strutturali con la perdita di particolari architettonici e di affreschi di grande valore artistico; solo nel 1989, durante un convegno patrocinato dal Comune di Francavilla e dalla Regione Basilicata, la “Turra” è stata oggetto del lavoro presentato dal Comitato di Ricerca Storica di Francavilla che ha invocato l’intervento delle Autorità per il recupero e la rivalorizzazione dell’edificio, simbolo della memoria economica e culturale di Francavilla.

Oggi il Palazzo delle Decime è di proprietà del comune di Francavilla in Sinni che ha effettuato e da poco concluso una notevole opera di recupero e restauro dell’edificio, rendendolo fruibile da parte della collettività, e restituendogli la sua originaria importanza sociale

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